Pioggia di successi besanesi al campionato regionale staffetta, disputato tra i verde tre e gli ampi piattoni di Brenna, nel comasco: dominio completo in campo maschile, ed è quasi una sorpresa tra i bianco-rosso-blu abituati più ai lampi di classe delle ragazze. Tra le categorie giovanili successo sia in M14 con Tommaso Crippa e Carlo Brambilla, sia in M18 ad opera di Tommaso Radaelli e Alessandro Sala. Anche tra i master non c’è spazio per i rivali, grazie alle vittorie di Giuseppe Magenes e Stefano Brambilla in M45 e Alessandro Manzoni e Gianluca Di Stefano in M60. Ad essere onesti il successo in ME è trainato da un eccezionale lancio del ticinese Sebastiano Romagna, ma a chiudere la staffetta mista vincitrice è il brianzolo Luigi Giuliani. È comunque sempre besanese il titolo regionale, grazie alla buona prova di Marco Anselmo di Stefano e Matteo Mandelli.
La messe di successi maschili mette quasi in secondo piano il raccolto in campo femminile. Però anche qui giungono le vittorie, e sono vittorie di peso. Successo, intanto, delle giovanissime Anita Pirola e Lucia Riva in W14, ma il plauso maggiore va in WE dove la Besanese fa doppietta. Sul trono di categoria salgono le pur giovanissime Silvia Di Stefano e Chiara Magenes che semplicemente ribaltano tutte le avversarie. A sigillare il trionfo brianzolo ci pensano Alessandra Arrigoni e Laura Vigni al termine di una gara tiratissima per il secondo posto con una seconda frazione in gran recupero, dopo una lotta al cardiopalma con le staffette avversarie.
La carta di Brenna, alias Cascina Amata nord, è un piattone qua e là mosso da ripidi valloni in cui il verde tre si annida con ferocia quasi diabolica. Il resto del bosco alterna ampi prati a zone di bosco pianeggiate, in cui i rovi sono i padroni di casa, così che i tagli tra la fitta rete di sentieri sono un gioco ad alto rischio escoriazioni e ferite. L’inizio di gara permette di aprire il gas per chi ne ha: ampi sentieri, intervallati da calvalcate tra i prati e rettangoli di sentieri che, rovi a parte, permettono una corsa decisa. Dopo aver messo il giusto distacco tra i forti e i deboli, la gara inizia ad attorcigliarsi in una sequenza di punti ravvicinati, più tecnici, mentre anche il terreno si inasprisce vallone dopo vallone. La parte finale è un carosello di punti vicinissimi, da compiere con precisione chirurgica mentre l’avversario, che sente il traguardo vicino, ti alita sul collo o cerca di scappare via. Apre questa sequenza finale un passaggio nel cuore del regno del verde tre, un vallone profondo in cui i rovi e ogni genere di arbusto sono gli assoluti padroni; manifestano il loro dominio assoluto infierendo senza pietà sui coraggiosi malcapitati che, avuto in dispregio il largo e comodo giro attorno al vallone, hanno osato violare questo luogo diabolico. Seguono altri passaggi tra macchie di fitta vegetazione, che sorvegliano come cani da guardia i passaggi più comodi, obbligando a larghi giri o altre ardite, e forse folli, sfide alla natura più infida.